Cattedrale – Raymond Carver – Raccolta di racconti
Dodici racconti compongono quest'opera scritta da Raymond Carver, racconti che parlano della vita degli uomini “comuni”, la loro routine di tutti i giorni, quelle piccole cose che Carver amava tanto osservare e raccontare. Raymond Carver è uno degli scrittori più importanti della letteratura americana contemporanea, un uomo che è partito dal nulla, riconosciuto poi come il capostipite del “minimalismo” letterario.
Lo scrittore vive l'America del dopoguerra, l'America grigia e alienante dei sobborghi, vive facendo i lavori più disparati e coltivando solo nel tempo libero(perlomeno all'inizio) la sua abilità di scrittore, attraverso dei corsi di scrittura creativa, che gli daranno la fiducia e la pazienza che prima gli mancava. Ha seri problemi con l'alcol e con il fumo, quest'ultimo vizio che per lui risulterà poi letale.
Sono ben consapevole che parlare della vita di uno scrittore in una recensione può essere superfluo, ma in questo caso è più che mai necessario per capire da dove viene la bellezza di questo libro. I protagonisti dei racconti di Cattedrale sono degli uomini simili a Carver, degli uomini comuni, dei colletti blu, la cosidetta “working class”, che svolgono delle vite del tutto normali. Dei “buoni diavoli”, come direbbe un altro grande della letteratura statunitense, Charles Bukowski.
Ma l'arte di Carver sta nel raccontare le vite grigie di questi uomini, carpendo però la bellezza, la poesia che può celarsi dietro ad un'esistenza apparentemente insignificante. Nei racconti di Cattedrale, che scorrono piani grazie ad una scrittura concisa e appunto “minimalista”, c'è sempre un evento che sconvolge il tutto, un qualcosa di straordinario, nel bene o nel male.
L'ultimo racconto del libro, il più importante e il più famoso, che dà il nome alla raccolta, parla di un cieco e di come una persona normale possa essere sconvolta, di come la sua intera visione delle cose possa essere contaminata dalla straordinaria sensibilità di un uomo che per la società non è un “normale”, perchè non vedente.
La “tecnica dell'omissione”, l'importanza data a quello che non è scritto, che però risulta più importante rispetto a quello che è espresso esplicitamente, sono gli elementi che fanno di Carver uno scrittore unico nel suo genere. Leggere Carver è come “guardare la realtà dal buco della serratura”, lasciandosi sorprendere da quello che si può scoprire se solo si ha la volontà di guardare.
Scritto da: Andrea Gaetani
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E' da SEMPRE che mi riprometto di iniziare a leggere Carver, dovrei davvero iniziare!
RispondiEliminaDovresti, è davvero un autore degno di essere letto e questo credo che sia il libro migliore da cui cominciare. Leggilo e fammi sapere cosa ne pensi :)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCiao Andrea. Carver è tra i miei autori di riferimento e la tua recensione mi è piaciuta. Ho letto praticamente tutto, o quasi, di Carver.
RispondiEliminaHo appena letto Cattedrale e provo dei sentimenti contrastanti: da un lato sono un po' deluso dalla banalità delle storie raccontate, dall'altro provo ammirazione perchè lo stile, le situazioni, il detto e il non detto attirano la mia curiosità e mi intrigano. Sì penso che un otto pieno Carver se lo merita!
RispondiEliminaCiao e complimenti per il blog! Sono un appassionato di Carver e ho scritto una breve recensione di “Cattedrale” sul mio blog, passa a leggerla se ti va. Grazie, Marco. http://marcobuccino.wordpress.com/
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